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Curinga,19 marzo 2012
La storia di Elzèard Bouffier, l’uomo che ha saputo portare a termine
un’opera degna di Dio.
												 Elzèard 
												Bouffier, nel 1913, viveva 
												nell’antica regione delle Alpi 
												che penetra in Provenza, tra i 
												1200 e 1300 metri di altitudine. 
												Viveva da solo con il suo cane e 
												trenta pecore poiché quella 
												regione era abbandonata e 
												l’unica vegetazione che cresceva 
												era la lavanda selvatica. Ogni 
												giorno, ormai da tre anni, 
												piantava cento ghiande alla 
												profondità di un metro. In 
												effetti piantava querce con una 
												cura eccezionale in tutta quella 
												solitudine. Ne aveva già 
												piantate centomila, di quelle ne 
												erano spuntate ventimila, di 
												queste contava di perderne la 
												metà. Restavano diecimila querce 
												lì dove prima non c’era nulla. 
												Dopo aver perso l’unico figlio e 
												la moglie, Elzèard amava quella 
												solitudine dove provava  piacere 
												a vivere lentamente e aveva 
												anche pensato che quella zona 
												sarebbe definitivamente morta 
												per mancanza di alberi. Nel 1920 
												le querce erano cresciute e lo 
												spettacolo era impressionante: 
												si misuravano undici chilometri 
												di foresta formata da querce 
												tutte piantate da Elzèard. Se si 
												pensa che tutto questo è 
												scaturito dalle mani di un solo 
												uomo si può comprendere quanto 
												l’uomo potrebbe fare in molti 
												campi come, ad esempio, in 
												quello della protezione 
												dell’ambiente e della 
												 costruzione della pace. I 
												ruscelli, da anni in secca, 
												tornarono a scorrere: una forma 
												di reazione straordinaria della 
												natura. Nel 1935 una delegazione 
												governativa, sbalordita, andò ad 
												esaminare quella foresta sorta 
												dal nulla e la mise sotto tutela 
												dello Stato. Nel 1945 Elzèard 
												aveva 82 anni e tutto era 
												cambiato in quella zona. Brezza 
												docile carica di odori e non più 
												tempeste brutali e secche. 
												Vergons tornò a vivere, la 
												speranza era tornata. Avevano 
												sgombrato le colline, abbattuto 
												i muri crollati e ricostruito 
												cinque case. La frazione contava 
												28 abitanti fra cui quattro 
												giovani famiglie. Le case nuove, 
												intonacate di fresco, erano 
												circondate dagli orti. Era un 
												posto dove si aveva voglia di 
												tornare ad abitare.
Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, l’uomo sia ammirevole. Ma, se metto in conto quanto c’è voluto di costanza e generosità per ottenere questo risultato, l’anima mi si riempie di un enorme rispetto per questo vecchio contadino che ha saputo portare a buon fine un’opera degna di Dio.
Mimmo Curcio




