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 Questa “singolar tenzone” 
non mi riguarda

 

 

Curinga, 16 giugno 2012

Chi ha presente il noto brocardo “excusatio non petita, accusatio manifesta” sa bene che,  intervenendo laddove non  “esplicitamente” chiamato in causa, corre il rischio di dare corpo e sostanza alle tesi che si intendono smentire; e tuttavia correrò il rischio.

Ho letto con interesse – ed a tratti con stupore -  l’ultimo intervento dell’Ing.  Pallaria ed essendo evidente dai contenuti (ma anche dall’uso -  stilisticamente  pregevole -  di maiuscole e minuscole) un certo tono allusivo nei miei confronti, ritengo utili alcune precisazioni.

I temi dominanti sono sostanzialmente due (per quel che mi riguarderebbe, di tutto il resto francamente ed in questa sede non m’importa): la qualifica di scribacchino e (solo nella parte iniziale) la forma dubitativa (eventuale) con la quale essa verrebbe attribuita al sottoscritto.

Vorrei procedere con ordine iniziando dalla forma dubitativa.

Almeno questo risulta essere, infatti, confortante; l’ing. Pallaria dice delle cose ma siccome è persona intelligente  - che sa far di conto e scrivere nella lingua che ci è cara – non asserisce, semplicemente allude.

A me, che vengo spesso rimproverato di essere diretto e (per citare un’espressione coniata proprio dall’ing. Pallaria) duro di carattere e un pò fascista,  come è noto, non piacciono le allusioni e lo invito dunque – se ha opinioni precise – ad aggiungere alle cose che scrive il destinatario.

Se dovesse essere vera la mia interpretazione (ma anche qui non bisogna essere particolarmente attenti per capire) mi interessa approfondire la qualifica di scribacchino; l’unico che conosco si chiama Mario ed è l’entusiasmante protagonista di un bel libro di Mario Vargas Llosa.

Penso che l’ingegnere Pallaria quando discetta - in forma dispregiativa -  di “guru” della comunicazione non si riferisca al sottoscritto, cosi come non ci si riferisca nel momento in cui indica allusivamente l’esistenza di uno  scribacchino e di un servo sciocco; non può farlo perché smentirebbe se stesso avendo, nella sua qualità di candidato a Sindaco e poi nella veste di primo cittadino, fatto riferimento a me in ragione di una disponibilità totale verso la comune causa.

Questa circostanza, nonostante la malcelata evidenza del testo,  mi fa ritenere che le allusioni dell’ing. Pallaria non siano riferite a me; diversamente dovrei anche pensare che una persona intelligente come lui – in preda a chissà quale distrazione – abbia volentieri accettato il contributo (di pensiero e di scrittura) di un soggetto che cosi spregevolmente qualifica oggi.

Sul “curare l’immagine” … beh, lasciamo perdere … «Voce dal sen fuggito più richiamar non vale»…

Questa “singolar tenzone” non mi riguarda; ho interrotto da quasi due anni qualsiasi forma di collaborazione attiva con la passata amministrazione comunale per ragioni – come l’ing. Pallaria sa bene -  attinenti al metodo, alla sostanza ed alle prospettive.

Da allora – pur godendo dei diritti civili e politici – non ho inteso prendere parte ad alcuna “opposizione” .. anzi in una sola occasione sollecitato proprio dall’allora Sindaco e da un comune amico mi sono interessato per ripianare qualche contrasto che, già molti mesi fa, rischiava di far cadere l’amministrazione comunale.

Me ne sono interessato e lo rivendico, non ho chiesto ne ricevuto alcun grazie,  quelli di oggi sono affari vostri.

E’ altrettanto evidente che intrattengo rapporti alla luce del sole con i protagonisti di questa vicenda ai quali – su esplicita richiesta – ho espresso la mia opinione ed i miei giudizi; cosi come ho sempre fatto anche con l’ing. Pallaria.

Ho – evidentemente -  una mia personale valutazione sul momento attuale e sull’interruzione dell’esperienza amministrativa, valutazione che non coincide con quella dell’ing. Pallaria, ma mi pare che questo sia del tutto naturale e per niente scandaloso.

Penso, infatti, che per quanto difficile possa essere il commissariamento la soluzione inevitabile fosse proprio quella che si è concretizzata.

Mi auguro anche che non ci si avviti in una stagione dei veleni perché completamente inutile; penso infatti  che  il fallimento dell’esperienza comunale non riguarda solo l’Ing. Pallaria ma tutti coloro i quali – assieme a lui - sono stati protagonisti (e mi riferisco non solo ad assessori e consiglieri comunali, il fallimento riguarda tutti – me compreso – per essere stati destinatari di una grande fiducia e non aver trasformato – quali che siano le ragioni, quali che siano i colpevoli più di altri – quella fiducia in risultati concreti).

L’allusivamente citato volentieri si sottrae ma – perché sia chiaro – se chiamato in causa direttamente di certo non mi tiro indietro, tanto Pro Domo Mea (completamente inesistente per quanto mi riguarda )  quanto Pro Loco Suo.

                            Cordialmente.                             

       Danilo  Monteleone    

 

 

 

 

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